(di Vanessa D’Acquisto)
Vi era un tempo in cui, a Settembre, nelle borgate marinare di Palermo (Kalsa, S. Pietro, Borgo di S. Lucia) si celebrava una festa tanto attesa: ovvero la «festa grande» dei santi Cosma e Damiano. Secondo la tradizione, i due fratelli fossero medici che, dopo essere annegati a mare, uscissero dall’acqua sani e salvi. Per questo divennero santi protettori di pescatori e marinai e miracolosi a guarire malattie di ogni tipo.
La vara dei Santi veniva portata in processione da marinai e pescatori, vestiti per l’occasione di bianco con una fascia rossa attorno alla vita e un fazzoletto giallo in testa. Tutta la processione avveniva di corsa con i fedeli al seguito. Nelle piccole soste i fedeli porgevano ai santi acqua, fazzoletti e qualsiasi cosa da benedire e utilizzare come rimedio alle malattie. Tutto al grido di “Viva lu Santuzzu di li grazie! Viva S. Cosimu e Damianu!” e “Santu Cosimu e Damianu, siti medicu sovranu!”.
Nelle strade, i tirrunara (i venditori di torrone) esponevano sulle bancarelle ogni tipo di dolci, in particolare i Pupiddi nanau, ossia biscotti di pasta melata raffiguranti figure femminili che venivano dedicati ai due santi. Dei pupiddi si è quasi perso il ricordo, vengono prodotti solo i Santi. Sono realizzati con un impasto di farina e miele in egual misura, stesi in stampi di gesso e zolfo e cotti fino ad assumere un colorito dorato. Una variante della ricette dei Santi si avvicina alla tradizione dei sussameli, i dolci di pasta di miele legati alle festività religiose siciliane.
Ed eccezionalmente venivano venduti anche i primi frutti di inverno, per poi sparire a festa conclusa. Si potevano acquistare le lazzeruole gialle e rosse (piccoli frutti dal sapore simile alle nespole e alle mele); le cabbasisi (un tubero da cui si fa l’orzata); le ‘nzìnzuli (le giuggiole); le castagne nel riccio; le avellane a grappoli (le nocciole con il guscio); le cotogne; i melograni e le carrube.
Per tante volte le autorità cercarono di vietare la processione per motivi di «ordine pubblico», ma senza successo. Solo il tempo ha messo fine alla «festa grande» in città, rimanendo ancora viva nella borgata palermitana di Sferracavallo.
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2015 Prodotto da Edigma | Testata registrata presso il Tribunale di Palermo, n.18 del 05/11/2013 ISSN 2783-3242 P.iva 05077510823