(di Alessandro Iannelli) Nello scorso fine settimana il comune di Trabia, sito a 35 km circa da Palermo, è stato co-protagonista della popolare trasmissione RAI “Mezzogliorno in famiglia”, in cui due comuni si cimentano in piccole sfide e mostrano gli elementi più importanti della cultura locale.Dopo i saluti, il primo collegamento sul posto riguarda le specialità culinarie, fra cui segnaliamo le più caratteristiche. In primo luogo, essendo Trabia (e la frazione di San Nicola) legata per tradizione alla pesca, numerosi sono i piatti a base di pesce e in trasmissione lo chef Simone di Chiara presenta gli spaghetti con pesce spada, sugo, melanzane e mentuccia.
La scelta del tipo di pasta non è casuale, perché si ritiene che a Trabia per la prima volta (almeno in Europa, visto che i cinesi continuano a reclamarne la primogenitura) siano stati preparati gli spaghetti secchi, sulla base della testimonianza scritta risalente al 1154 del “Libro di re Ruggero” del geografo arabo Idrisi. Il maestro pastaio Vincenzo Piraino offre una dimostrazione dell’uso dell’arbitrio, il macchinario usato anticamente per la produzione.
E gli spaghetti sono protagonisti della sagra di maggio (di cui scriveremo a suo tempo) assieme alle nespole, il frutto che colora di giallo arancio le campagne trabiesi in primavera. Nespole sciroppate e crostata di nespole sono i due prodotti illustrati fra i tanti preparati a Trabia, prevalentemente usando il cultivar “nespolone di Trabia”, più grande rispetto alla nespola media.Il secondo collegamento vede una breve dimostrazione delle rievocazione storica che si tiene a Trabia il 2 giugno della licentia populandi del 1631: in quell’anno il re di Spagna e di Sicilia Filippo IV concesse a Ottavio II Lanza il diritto di accrescere e arricchire di strutture la piccola comunità locale.
Pillole di storia: nell’827, come testimonia un documento dell’emiro Aadelkum el Chbir, gli arabi occuparono un casale alle porte di Termini, che si apprestarono ad attaccare, e, a conquista avvenuta, venne completata la costruzione del casale al Tarbiah, “il quadrato”: si ritiene che questa sia l’origine di Trabia, che nei secoli successivi si sviluppa grazie alla vicinanza del mare e all’abbondanza d’acqua e si specializza nella pesca, nella produzione di spaghetti e la coltivazione di canna da zucchero. Dal XVI secolo Trabia si lega alla prestigiosa famiglia nobiliare dei Lanza, che dà anche il nome alla Piazza in cui avviene il collegamento RAI: il primo barone (investito nel 1538) è Cesare Blasco Lanza, peraltro noto per la vicenda della “baronessa di Carini” trasposta in una serie TV (fece uccidere la figlia per aver tradito il marito), mentre alcuni decenni dopo l’imperatore concede a Trabia il principato, che rispetto alla baronia significa una maggior autonomia del potentato locale: primo principe sarà Ottavio Lanza, nel 1601.Tre decenni dopo Ferdinando II concede appunto la licentia populandi, rievocata ogni anno con la partecipazione di circa 200 figuranti in costumi d’epoca, lancio delle insegne e balli (in chiusura di trasmissione breve esibizione del gruppo folk locale “I Terrazzani”.
Meritano almeno una menzione, non citati in “Mezzogiorno in famiglia”, i due castelli: quello della frazione trabiese di San Nicola, in cui sono state girate alcune scene del celebre “Nuovo cinema paradiso”; e naturalmente il Castello Lanza Branciforte, citato anche da Idrisi, costruito a ridosso del mare, dal tipico aspetto di rocca e fortezza normanna, entrato in possesso dei Lanza con il matrimonio fra il già ricordato Blasco ed Eloisia di Bartolomeo. Il castello è stato oggetto di restauro nel XX secolo per volontà del famoso viveur principe Raimondo Lanza di Trabia, che fu anche per un breve periodo presidente del Palermo Calcio e che morì giovane in circostanze misteriose che hanno ispirato la scrittura più di un libro.
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