(di Manuela Zanni) L’8 marzo ricorre la giornata internazionale della donna ogni anno non solo per celebrare le conquiste sociali, politiche ed economiche ottenute dalle donne ma anche per ricordare le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora sottoposte in molte parti del mondo. Vista da questa prospettiva, che ben venga una giornata per non dimenticare il coraggio delle donne.
Quando si parla di “festa della donna” molti arricciano il naso in segno di disapprovazione poiché ritengono che l’idea di festeggiare la donna possa essere, al contrario, un motivo per discriminarla. In realtà questa giornata è un’ occasione per ricordare il rispetto conquistato dalle donne nei lunghi anni di lotte per la parità dei diritti che non deve significare, a parer nostro, inversione dei ruoli tra uomo e donna né, tantomeno, perdita di femminilità da parte di quest’ultima.
Questa ricorrenza, in realtà ha origine negli Stati Uniti nel 1909 anno in cui il partito socialista americano raccomandò a tutte le sezioni locali «di riservare l’ultima domenica di febbraio per l’organizzazione di una manifestazione in favore del diritto di voto femminile». Fu così che negli Stati Uniti la prima e ufficiale giornata della donna fu celebrata il 28 febbraio 1909.
Durante la prima guerra mondiale le celebrazioni furono interrotte in tutti i paesi belligeranti, finché a San Pietroburgo, l’8 marzo 1917 vi fu una grande manifestazione guidata da donne che rivendicavano la fine della guerra: così che questa data è rimasta nella storia e, per questo motivo, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, svoltasi a Mosca nel 1921, venne fissata l’8 marzo la «Giornata internazionale dell’operaia».
In Italia la Giornata internazionale della donna fu tenuta per la prima volta soltanto nel 1922, per iniziativa del Partito comunista d’Italia, che volle celebrarla il 12 marzo, in quanto prima domenica successiva all’ormai fatidico 8 marzo.
Nel tempo, la connotazione fortemente politica della Giornata della donna unita alle vicende della Seconda guerra mondiale, hanno contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, dal dopoguerra, cominciarono a circolare diverse versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una fabbrica di camicie avvenuto nel 1908 a New York. Altre versioni si riferiscono alla violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857 mentre altre ancora ad altri incidenti verificatisi durante scioperi a Chicago, a Boston o a New York.
Quale che sia la vera origine di questa festa è certo che Il 1975 fu designato “ Anno Internazionale delle Donne” dalle Nazioni Unite e l’8 marzo le organizzazioni femminili celebrarono in tutto il mondo proprio la giornata internazionale della donna, con manifestazioni atte a condannare ogni forma di discriminazione e a favorire una piena e paritaria partecipazione delle donne alla vita civile e sociale.In seguito alla nascita di movimenti femministi, la festa della donna ha assunto spesso connotazioni eccessive nel tentativo non solo di riconoscere l’indiscussa parità dei diritti ma, addirittura, di rivendicare una presunta superiorità della donna rispetto all’uomo che non può, in ogni caso, essere condivisa nella ferma convinzione che uomini e donne siano assolutamente paritari nel rispetto delle loro innegabili differenze.
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2015 Prodotto da Edigma | Testata registrata presso il Tribunale di Palermo, n.18 del 05/11/2013 ISSN 2783-3242 P.iva 05077510823