(di Rachele Sanfilippo) La nostra isola è ricca di piantagioni di ficodindia, si contano circa cinquemila ettari tra gli impianti specializzati e non. L’Opuntia ficus indica (questo è il nome scientifico) è una pianta succulenta della famiglia delle Cactaceae, messicana d’origine, ma perfettamente integrata in tutto il bacino del Mediterraneo. Riesce a crescere spontaneamente anche nelle zone più impervie, tenace e prolifica, non teme caldo nè salsedine.
I siciliani conoscono la bontà del suo coloratissimo frutto spinoso; diventato simbolo identificativo della sicilianità nel mondo, anche i turisti non disdegnano gustarlo passeggiando fra le vie dei mercati, dove lo acquistano già sbucciato. Quello che molti non sanno è che, anche le pale del ficodindia, tecnicamente detti “cladodi”, dalle rinomate proprietà terapeutiche, sono assolutamente commestibili dopo essere state adeguatamente pulite. Il periodo di raccolta migliore è la tarda primavera e l’estate quando sulla pianta, spuntano le pale più giovani. Insomma una verdura, da utilizzare in svariate preparazioni, proprio come in Messico si fa con i “nopales”, pale di cactus, comunemente vendute sui banchi del mercato, molto simili al nostrano ficodindia, che despinate e cotte, vengono tritate assieme a cipolla e utilizzate per farcire, ad esempio, un tipico piatto della cucina tradizionale come i “tacos”. In cucina, si utilizza solo il cuore dei cladodi, cioè la polpa assieme al gel viscoso contenuto al suo interno (che generalmente va eliminato). Diventa un alimento adatto a dare un tocco d’originalità in svariate pietanze, così versatile che si può consumare sia cotto che crudo. La polpa delle pale si utilizza per condire insalate, si può panare e friggere, si può essiccare ed utilizzare nell’impasto per preparare la pasta fresca, si sbollenta per realizzare zuppe e frittate, si gusta spolverata di zucchero a velo per un dessert o si aggiunge agli altri frutti o verdure per centrifugati dissetanti. Molti chef hanno rivisitato o inventato ricette con questo ingrediente che, un po’ per moda, un po’ per curiosità, viene sempre più richiesto dai clienti più esigenti. Piante antiche utilizzate da sempre dai nostri avi, con proprietà medicamentose che, nel tempo, hanno perso mordente; ma oggi nuovamente in auge, memoria di quella tradizione popolare saggia e pratica. Gli agricoltori moderni, hanno ben capito le potenzialità del ficodindia ed investono sempre più nel settore, soprattutto per il suo frutto, ma nuovi mercati si prospettano interessanti. Non ci resta che assaggiare e giudicare; in ogni caso, se i cladodi non riscontrassero i nostri gusti, ci resta sempre una pianta che regala straordinari frutti dolci e succosi.
Frittata senza spine I cladodi cotti hanno un sapore che ricorda il gusto del fagiolino o quello dell’asparago. Hanno diverse proprietà e contengono poche calorie e molte fibre. Dunque, vi proponiamo una ricetta facile da realizzare, una frittata, per chi volesse avvicinarsi in modo soft a questo gusto. L’importante è raccogliere le pale più giovani, quelle dal colore verde brillante, che non superino i 30 cm.
Ingredienti 6 pale di fico d’india tenere sale aceto bianco 5 uova grandi olio extravergine d’oliva
Procedimento Con un pelapatate (o un coltello affilato) rimuovete le zone con le spine sulla parte piatta e tutt’intorno alla pala. Lavate accuratamente per rimuovere tutte le spine e tagliate le pale in piccoli cubetti. Versatele in un tegame e ricopritele completamente d’acqua. Accendere il fuoco e portare ad ebollizione, con sale e due cucchiai di aceto bianco, per circa 30 minuti in modo che i pezzi di cladodi espellano la gelatina che li rende viscidi. Scolate e lavate ulteriormente sotto l’acqua fredda corrente, così si elimina la restante gelatina. A questo punto scolateli e sono già pronti da mangiare, ma per avere una frittata ancora più gustosa, potete farle saltare in un po’ d’olio per qualche minuto. Versatele poi nella ciotola dove avrete sbattuto le uova con un pizzico di sale e, dopo avere mescolato bene, versate il tutto in una padella antiaderente unta con un po’ di olio. Mescolate subito con un cucchiaio di legno e appena la frittata incomincia a rapprendersi scuotete la padella per staccare bene la parte sotto la frittata e rigiratela. Risulterà ottima sia mangiata fredda che calda.
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2015 Prodotto da Edigma | Testata registrata presso il Tribunale di Palermo, n.18 del 05/11/2013 ISSN 2783-3242 P.iva 05077510823