(di Redazione) Lo chef siciliano Giuseppe Raciti con il suo team il prossimo 1° ottobre si contenderà ad Alba (Cuneo) la possibilità di rappresentare l’Italia nella finale europea del “Bocuse d’Or”, il prestigioso concorso mondiale che prende il nome dal suo ideatore, il francese Paul Bocuse, oggi novantenne, fra i più grandi chef del XX secolo (3 stelle Michelin per cinquant’anni col suo ristorante a Collonges-au-Mont-d’Or).
Raciti, executive chef dello Zash country boutique hotel in Sicilia di Giarre, si presenterà con il suo team composto dal coach Francesco Gotti (conosciuto l’anno scorso al Bocuse d’or dove con lui ha stabilito subito una grande intesa) e, con il ruolo di commis, dal giovanissimo Marco Sciacca uno studente di 17 anni dell’Istituto alberghiero di Giarre che frequenta la cucina di Raciti già da due anni e di cui, ammette lo chef, a fatica fa a meno. Già insignito al precedente Bocuse d’Or con il Premio Europa istituito dalla Comunità Europea e destinato allo chef che maggiormente si fosse distinto nel migliore utilizzo della materia prima e rispetto della territorialità, di recente è stato anche “incoronato” migliore chef under 30 del Sud Italia. D’ora in poi, quindi, per lo chef etneo, inizia una fase di preparazione, fatta da allenamenti continui e costanti fino al giorno della gara in cui viene mantenuta la formula della competizione così come concepita da Paul Bocuse 30 anni fa: uno schema rigido che prevede la preparazione di 2 piatti + 1 vassoio di portata in 5 ore e 35 minuti. Bocuse d’or non è un semplice concorso: piuttosto una gara contro il tempo e la tensione, è la capacità di concentrarsi con un rumore infernale, è la perfetta sincronia dei movimenti di tutta la squadra, è la perfezione del dettaglio al millimetro, è il tempo di reazione immediato al minimo errore, è il frutto di lavoro di mesi di collaudo di un team che deve interagire e conoscersi alla perfezione, muovendosi in spazi ridotti come un rituale perfetto. Nulla è lasciato al caso e all’improvvisazione: non basta solo essere bravi, bisogna essere creativi, anche nell’impiattamento delle porzioni. Lanciato nel 1987, il concorso biennale propone un format ancor oggi rivoluzionario per l’ambito gastronomico, ispirato al modello dei grandi eventi sportivi, con 24 chef da altrettante nazioni che si confrontano in una spettacolare sfida culinaria, con tanto di pubblico e tifo sugli spalti. La sfida si tiene negli anni dispari a Lione, in occasione del Sirha, la grande fiera professionale della ristorazione e della gastronomia, ma dal 2007 è preceduto da tornei di qualificazione continentali che vengono organizzati negli anni pari. Alla selezione italiana di Alba, lo chef della Nazionale italiana Cuochi Raciti dovrà vedersela con altri tre concorrenti, gli chef Paolo Griffa, piemontese, impegnato in Francia al “Restaurant Serge Vieira”, Martino Ruggieri, Head Chef al “Pavillon Ledoyen” di Parigi, Roberta Zulian, chef dell’Alpen Suite Hotel di Madonna del Campiglio. Solo uno di loro accederà alla finale europea a Torino a giugno 2018, dove i primi 12 classificati tra i vari team nazionali europei otterranno il pass per la finale mondiale di Lione del 2019.
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2015 Prodotto da Edigma | Testata registrata presso il Tribunale di Palermo, n.18 del 05/11/2013 ISSN 2783-3242 P.iva 05077510823