(di Redazione) Sabato 1 e domenica 2 luglio a Sanlorenzo Mercato protagonisti due tra i prodotti più tipici della Sicilia orientale: pane cunzato e seltz e limone.
Piatto povero tipico del Messinese e del Trapanese il primo, bevanda fresca e dissetante nata nel Catanese il secondo, insieme in una due giorni carica di bontà. Un viaggio nel gusto che coinvolge l’Ape’n Bar e il Chiosco del mercato dove per l’occasione si può scegliere tra diverse opzioni. Dal pane cunzato tradizionale, con pomodoro, acciughe e primosale, alla sua versione “ortolana”, con melanzane grigliate, pomodoro secco, capperi e primosale, fino alla variante “vegetariana” a base di patate scottate, cipolla in agrodolce, zucchine grigliate, pomodoro, olio, sale e pepe. Varia anche l’offerta del weekend del chiosco che riprende così una tradizione secolare dai cugini catanesi e ripropone il più tipico seltz e limone, ma arricchito a piacimento con gli sciroppi artigianali fatti in casa a partire dalla frutta: il mandarino, la menta, la fragola, fino all’esotico tamarindo, dal gusto agrodolce. Padre dell’acqua tonica, il seltz nasce a Catania oltre un secolo fa. Si tratta di un’acqua ricca di anidride carbonica addizionata con una piccola bomboletta a gas. Fresca e dissetante, rappresenta il fiore all’occhiello dei numerosi chioschi sparsi sul tutto il territorio etneo. Oggi, 29 giugno, nessun appuntamento “speciale” con il cibo e la tradizione gastronomica. Ma non manca una buona occasione per andare a Sanlorenzo Mercato dove è di scena la straripante comicità di Salvo Piparo. Dalle 21.30 il noto attore palermitano porta la versione live del suo “Scordabolario”, con musica e un ospite segreto, ribattezzato per l’occasione “abballavirticchio”. Nato per diletto, lo Scordabolario raccoglie immediatamente migliaia di visualizzazioni su Facebook, confermando la forza trascinante della comicità di Salvo Piparo, capace di un uso sapiente della parola e di una conoscenza profonda del dialetto siciliano. Il tentativo è quello di far rinverdire e non dimenticare il dialetto tradizionale, quello delle strade di borgata e delle famiglie che mantengono vive le tradizioni. Ed ecco allora che c’è il “cornuto monumentale”, quello “interrogativo”, il “cornuto referendario” e così via fino alla “cornutiata” che con lo stesso stile in cui terminano i giochi di fuoco in occasione di festa si estende in un crescendo pieno di enfasi e coloriti attributi.
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2015 Prodotto da Edigma | Testata registrata presso il Tribunale di Palermo, n.18 del 05/11/2013 ISSN 2783-3242 P.iva 05077510823