(di Redazione ) Periodo nero per l’oro verde di Bronte. La pianta del pistacchio, per la quale dagli Arabi fu scelto l’Etna come luogo ideale di coltivazione, è in serio pericolo a causa della siccità che, insieme ad un mercato ostile, ha messo in ginocchio i produttori di pistacchio a Bronte.
Infatti, benchè la terra del Vulcano e il rigoglioso territorio lavico di Bronte rappresentino l’habitat ideale per lo sviluppo della pianta e dei frutti del pistacchio, le altissime temperature a cui le piante sono state esposte dall’anticicone “Lucifero”, unite alle gelate primaverili e alla grandine che hanno impedito una sufficiente impollinazione, hanno pregiudicato il raccolto di quest’anno. Dai pistacchieti dell’Etna, avvertono i produttori, si otterrà non più della metà del prodotto rispetto alle attese. Questa situazione ha convinto Graziano Calanna, sindaco di Bronte, a richiedere alla Regione la dichiarazione dello stato di calamità naturale; il che attiverebbe una serie di strumenti finanziati dal Fondo di solidarietà nazionale. È una siccità eccezionale quella del 2017: le ultime piogge risalgono a marzo, ed in alcune zone addirittura a gennaio quando ha nevicato. La stagione asciutta e calda ha fortemente danneggiato il pistacchio perché con la siccità i frutti cadono prematuramente e quelli che rimangono sulle piante si disidratano e rimpiccioliscono. Persino una pianta resistente e capace di crescere rigogliosa sulla dura roccia lavica, è stata costretta ad arrendersi al punto che la diminuzione della resa è stata stimata intorno al 60 per cento. Tuttavia il dato positivo è che, nonostante la scarsa quantità, sembra che il pistacchio di quest’anno sia di ottima qualità. Ciò, se da una parte conforta, dall’altra preoccupa perché si teme che il prezzo possa lievitare passando dagli 8.50 euro al chilo ai 10.50 -11 euro.
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2015 Prodotto da Edigma | Testata registrata presso il Tribunale di Palermo, n.18 del 05/11/2013 ISSN 2783-3242 P.iva 05077510823